Piantagione di siepe protettive dell’azienda: obiettivi e implicazioni gestionali
La piantagione di siepi protettive attorno all’azienda è stata una delle prime modifiche messe in atto (figura 2). Grazie alla presenza della siepe, in 4 anni, si è registrata una significativa riduzione dell’azione del vento.
Per ridurre ulteriormente l’esposizione dell’azienda al vento e ridurre l’evaporazione idrica, la superficie aziendale è stata suddivisa in blocchi dove alberi e arbusti sono stati piantati in direzione perpendicolare alla direzione del vento. Ciascun albero da frutto era disposto in file per facilitare l’impollinazione. All’interno del frutteto, sono state poi piantate parcelle di 12 specie di rose e diverse varietà di essenze che producono bacche quali lamponi, more, ribes rosso, uva spina, corniolo, sambuco e prugnolo. I petali dei fiori sono utilizzati per colorare ed insaporire sciroppi. Questa disposizione aziendale permette di alimentare gli animali seguendo una rotazione sino alla maturazione dei frutti. L’area è infatti dominata da alberi da frutto ma all’interno del frutteto pascolano diversi animali quali capre, vacche da latte, cavalli, asini e pollame. Sono coltivate anche diverse colture orticole ed erbe spontanee. La diversità e multifunzionalità dell’azienda è inoltre arricchita dal pascolo in bosco, da un’area coltivata con specie foraggere e da una piantagione di pino con altre specie legnose.
Il frutteto consiste di diverse varietà di specie per la produzione di frutti e bacche. La scelta di coltivare tante essenze (circa 1000) è legata alla volontà di aumentare la biodiversità e di fornire i fiori necessari per produrre sciroppi che sono il principale prodotto dell’azienda.
Anche le siepi sono costituite da un miscuglio di specie ed essenze. Questa diversità, oltre a benefici di natura ambientale, permette di proteggere da fattori di disturbo, ad esempio dalla possibilità di essere investiti dai trattamenti chimici effettuati dalle aziende limitrofe. Tra le specie per la produzione di legname, la robinia è la specie ad alto fusto più rappresentativa. Quercia, faggio, olmo e frassino sono le altre specie arboree. Il piano arbustivo delle siepi è costituito da lilla e sambuco. Il lilla è stato scelto perché ha una corona caduca relativamente densa ed è tradizionalmente presente lungo le strade.
Secondo l’imprenditore agricolo, le siepi svolgono le seguenti funzioni:
- I fiori e le bacche degli alberi e arbusti sono usati per produrre sciroppi;
- Le potature e la biomassa prodotta dalla siepe è cippata ed impiegata per produrre l’energia richiesta dall’azienda;
- Un’ampia gamma di specie forniscono fiori che attraggono le api favorendo l’impollinazione;
I residui di potatura sono impiegati anche per integrare l’alimentazione del bestiame.
Gli alberi di robinia che costituiscono le siepi, sono capitozzati a rotazione ogni 4 anni (figura 4) tagliando il tronco ad un’altezza di circa 3 metri. Nei seguenti anni sono potate solo le branche che possono dare problemi logistici. Grazie alla potatura la robinia cresce più vigorosa sviluppando riscoppi di vegetazione che rendono la siepe più spessa. Ovviamente, i succhioni radicali che si sviluppano al di fuori della siepe devono essere controllati.
Deve essere inoltre effettuata la rimozione dei rami che tendono ad invadere l’area agricola per permettere il passaggio dei mezzi meccanici. Per gli alberi e arbusti per la produzione di fiori e frutti, l’agricoltore deve lasciare uno spazio di almeno due metri dal confine per permettere la raccolta.
Pascolo in bosco e produzione di foraggio nel frutteto
La principale ragione per cui l’agricoltore ha deciso di praticare il pascolo in bosco è dovuta al fatto che il pascolo nel frutteto può essere praticato limitatamente anche per evitare danneggiamenti alle piante da frutto. Secondo l’esperienza dell’agricoltore, è necessario l’uso di shelter per proteggere gli alberi. Inoltre è importante la presenza di un cane pastore grazie al quale gli animali al pascolo si muovono seguendo le sue istruzioni evitando così che le capre danneggino gli alberi con lo strofinamento o rosicchiando la corteccia. le capre non hanno tempo per strofinare i tronchi e masticare la corteccia. Dopo la caduta delle foglie, nella seconda parte dell’autunno, il pascolo richiede meno attenzioni in quanto gli alberi non hanno più vegetazione appetibile e gli animali utilizzano le erbe ancora presenti nel terreno.
Nel frutteto, un miscuglio di specie foraggere è seminato tra le file degli alberi che sono distanziati 6 metri l’uno dall’altro (figura 5). Sino a che gli alberi non sono maturi, il foraggio rappresenta il principale prodotto dell’azienda. Rispetto alla semina di una singola specie foraggera, il miscuglio di essenze garantisce un cotico più denso e produttivo anche senza l’impiego di fertilizzanti. La produzione annuale, basata su 3 ha di foraggio con 4 tagli, è di circa 70-80 rotoballe di 120 cm di diametro. Il miscuglio di foraggio appassito e pre-appassito è usato per alimentare gli animali. Al momento di scegliere il miscuglio di specie foraggere da seminare, è importante includere specie che rendono piacevole il sapore del latte e del formaggio. A seguito della diminuzione di produzione, dovuta alla falciatura che col tempo riduce la qualità e quantità della produzione foraggera, la parcella è lavorata e fertilizzata prima di venir seminata nuovamente. Il ciclo produttivo del pascolo è di circa 6-8 anni. Siccome la maggior parte del foraggio è prodotto nel frutteto, si può avere un certo compattamento del suolo. Per eliminare questo problema, del materiale organico è distribuito nel terreno per fornire un buon substrato alle specie foraggere. A causa delle condizioni di siccità che si possono avere localmente, le specie foraggere sono mescolate con avena. Quindi l’alimentazione degli animali si basa solo sulla fibra ed è importante garantire una regolare alimentazione al bestiame e mantenere il pascolo verde e produttivo. È quindi importante programmare una razionale rotazione delle aree pascolate per evitarne un eccessivo utilizzo. In questo modo la risemina è effettuata su circa il 10% della superficie all’anno.
Gestione della biodiversità per aumentare la produzione
Grazie ad una così ampia varietà di specie che hanno una diversa epoca di fioritura, è possibile prolungare il periodo di raccolta dei fiori. Questo permette all’agricoltore di organizzare e pianificare al meglio il lavoro aziendale. Gli alberi da frutto spontanei (quali ciliegio, pruno e gelso) che si propagano naturalmente, sono conservati e mantenuti in quanto sono specie adattate alle condizioni stazionali locali, spesso caratterizzate da periodi di siccità e permettono di aumentare la gamma di fiori da utilizzare per produrre sciroppi.
Anche la piantagione di diverse specie di conifere (abete bianco, abete comune, abete rosso, pino nero, larice, pino silvestre e pino himalayano) ha un ruolo multifunzionale. Il pino himalayano (Pinus wallichiana) migliora le condizioni per lo sviluppo di altre specie di pino grazie all’acidificazione del suolo. Il materiale ottenuto dalle potature è cippato ed utilizzato per migliorare il suolo dove sono piantati alberi di natale e crescono mirtilli e funghi (figura 6). Gli alveari con le api sono localizzati nella piantagione di conifere.
Figura 6: ricco raccolto di funghi all’interno della pineta (foto: B. Kulcsár)
Terreni arabili
Nei terreni arabili l’agricoltore coltiva avena che è conservata in balle e utilizzata per l’alimentazione animale. Dopo la raccolta estiva, il terreno è seminato con rafano e colza, seguiti, nella primavera successiva, dalla semina di un miscuglio di specie foraggere. Dopo la semina autunnale, l’agricoltore, nonostante il clima continentale, può raccogliere l’avena in gennaio (figura 7). L’avena può essere tagliata fresca e somministrata agli animali; tuttavia in caso le temperature lo permettano può essere conservata congelata in campo e rimanere allo stato fresco per 3-4 settimane.
Siccome lo schema di impianto e gestione dell’azienda non segue i criteri dell’agricoltura ed orticoltura convenzionale, la meccanizzazione richiede l’adozione di alcuni accorgimenti. I mezzi meccanici consistono di trattore, seminatrice, erpice a disco, coltivatore, spandiletame, falciatrice, ranghinatore e pressa per balle, e talvolta si rende necessario anche il cavallo. Secondo l’agricoltore, mezzi di piccole e medie dimensioni adatti a coltivare tra i filari sono difficili da trovare e in molti casi le macchine vecchie sono più affidabili ed in alcuni casi è necessario adottare specifiche modifiche tecniche dai macchinari.